In memoria di Illario Zabotti

(1932 -2022)

Illario Zabotti, nato a Pieve di Soligo (TV) il 14 luglio 1932, ha sempre abitato nella casa di famiglia in Borgo Stolfi, nel centro cittadino.

Sposato il 4 ottobre 1959 con Elena Gai, era padre di Francesca, Massimo, Marco e Carla. Con la consorte, con i figli e le figlie, i generi Valerio e Cosimo, le nuore Lucia e Mariaregina e le nipoti Carlotta, Benedetta, Beatrice, Eleonora e Sofia ha formato una solida famiglia.

Idraulico e fabbro nella ditta di Giovanni Venier, è stato poi dipendente per vari anni del Consorzio BIM Piave Treviso, nella sede di Pieve di Soligo, fino alla pensione.

Alpino artigliere da montagna durante il servizio militare, è stato sempre socio Ana del gruppo Alpini di Pieve di Soligo.

E’ stato impegnato nella comunità ecclesiale, in particolare come aderente e responsabile dell’Azione Cattolica Italiana e nelle attività pastorali della parrocchia del Duomo di Pieve di Soligo.

Dal 1960 al 1970, a Pieve di Soligo è stato consigliere comunale e per cinque anni assessore nella giunta del sindaco Mario Gerlin.

Tra i primi donatori e soci della sezione Avis “Prof. Dott. Italo Fantin” di Pieve di Soligo e Refrontolo, è stato consigliere e vice presidente del sodalizio, attivo nella promozione dell’Associazione nelle scuole di Pieve di Soligo.

Spinto dalla passione per i ricordi e dall’amore per i racconti, ha coltivato l’interesse per la scrittura frequentando l’Università degli Adulti – Cultura e Società di Pieve di Soligo.

Nel dicembre 2013 ha pubblicato il volume di racconti “Finestre di vita”.

Dopo breve malattia, è mancato il 28 novembre 2022, a pochi mesi dalla festa per il traguardo raggiunto del suo novantesimo compleanno.

Illario Zabotti insignito della medaglia d'oro Avis - Sezione di Pieve di Soligo e Refrontolo
Illario Zabotti insignito della medaglia d’oro Avis – Sezione di Pieve di Soligo e Refrontolo

In consiglio comunale a Pieve di Soligo, insieme a Mario Gerlin e Francesco Fabbri
In consiglio comunale a Pieve di Soligo, insieme a Mario Gerlin e Francesco Fabbri

Illario ed Elena in montagna
Illario ed Elena in montagna

Illario Zabotti
Per sempre

ADDIO A ILLARIO ZABOTTI

Protagonista della vita sociale ed ecclesiale di Pieve di Soligo, fu assessore comunale, tra i fondatori e dirigenti della sezione Avis e socio del Gruppo Alpini

Grande cordoglio nella comunità di Pieve di Soligo per la scomparsa di Illario Zabotti, che si è spento dopo breve malattia all’Ospedale di Conegliano nelle prime ore di lunedì 28 novembre, all’età di 90 anni.

Classe 1932, Zabotti era molto conosciuto in città, dove si è impegnato a lungo nella società civile, nel mondo dell’associazionismo e nella comunità ecclesiale: tesserato fin da giovane all’Azione Cattolica, aveva ricoperto vari incarichi e aveva fatto parte dei gruppi famiglia della diocesi al tempo del vescovo Albino Luciani. Aveva pure rivestito significativi ruoli in organismi e attività pastorali della comunità pievigina.

Già dipendente di un’azienda termoidraulica cittadina e valente fabbro per passione, aveva poi lavorato per molti anni fino alla pensione come caposquadra e magazziniere all’interno dell’azienda Bim Piave nella sede di via Verizzo a Pieve di Soligo.

Uomo di forte sensibilità sociale, Illario era l’ultimo rimasto dei primi soci fondatori dell’Avis di Pieve di Soligo, nata nel 1959, una delle più longeve della Marca trevigiana: per moltissimi anni donatore, fu pure insignito della medaglia d’oro. Zabotti era stato citato e ringraziato dal presidente della sezione locale Mario Sist proprio nella recente occasione delle premiazioni dei donatori, il 6 novembre scorso.

Lo stesso presidente Sist  fa memoria di Zabotti con queste parole:

“Non posso non ricordare il mio ultimo incontro con Illario, che fu per me particolarmente toccante.

Andai a casa sua per invitarlo alla nostra festa del 6 novembre appena trascorso. Era cosciente che non vi avrebbe potuto partecipare, e mi pregò commosso di salutare gli avisini e di mantenere in buona salute la nostra Avis. Si sentiva molto legato all’Avis e non poteva che essere così visto che era stato tra i soci fondatori nel 1959 e donatore. Aveva anche ricoperto, nel tempo, il ruolo di consigliere e di Vice Presidente. Mi piace ricordarlo nei suoi interventi nelle scuole di qualche anno fa, nei quali sapeva trasmettere la sua esperienza con modi semplici ed efficaci ma soprattutto con passione. Lo saluto citando la dedica, particolarmente emblematica, scritta di suo pugno sul libro “ Finestre di vita” di cui ci fece omaggio : “All’AVIS nel ricordo di una vita vissuta accanto a questa associazione” . Grazie Illario”.

Negli anni Sessanta Zabotti fu assessore e consigliere comunale di Pieve di Soligo, ai tempi dell’allora sindaco, poi sacerdote e missionario, Mario Gerlin: nella seduta del consiglio comunale di lunedì 28 novembre è stato osservato un minuto di raccoglimento in sua memoria. Rimasto sempre socio del Gruppo Alpini pievigino, nella comunità era stato attivo anche come consigliere di amministrazione della Fondazione Casa per Anziani di Pieve di Soligo.

Uomo appassionato, curioso e attento alle novità, Zabotti è stato a lungo frequentatore dell’Università degli Adulti di Pieve di Soligo, dove aveva pure imparato ad utilizzare il computer, che fino a poche settimane fa consultava per rimanere aggiornato sulle ultime notizie, e rappresentava un “compagno fedele” di scritture di testi e ricordi. Profondo conoscitore della storia locale, come allievo della stessa università aveva anche pubblicato un volume molto letto e apprezzato di storie e memorie legate a vicende, fatti, luoghi e personaggi della Pieve di Soligo di un tempo, dal titolo “Finestre di vita”.

Sposato da oltre 63 anni con Elena Gai, insieme erano coppia di sposi unitissimi, testimoniando un grande amore alla famiglia e un apprezzato stile socievole e di buone relazioni con tutti. Insieme hanno sempre sostenuto con generosità l’opera delle missioni, a partire da quelle dell’Istituto della Consolata, congregazione religiosa a cui appartenevano due compianti fratelli di Illario, padre Giovanni e suor Martiniana.

Insieme alla consorte, lascia nel dolore i figli Francesca con Valerio, Massimo con Lucia, Marco con Mariaregina, Carla con Cosimo, le adorate nipoti Carlotta, Benedetta, Beatrice, Eleonora e Sofia, le sorelle suor Rosalba e Lucia, le cognate, parenti e amici tutti.

ADDIO PAPÀ ILLARIO

È il momento di dire grazie, di dirti grazie, carissimo papà Illario.

Ora che tutto si è compiuto per la tua vita insieme a noi, nel dolore che affligge ma purifica, sappiamo che sei entrato in quel mistero di luce redenta e risorta che è stata l’ispirazione, la ragione, la fede di tutta la tua esistenza. Un’esistenza lunga, laboriosa, generosa e sapiente, fino all’ultimo istante, fino all’ultimo respiro.

Il tuo cammino terreno è stata vita buona, vita piena, con quel sorriso gentile nel volto che ha sempre dato la misura del tuo carattere e del tuo spirito di verità, concretezza e altruismo.

Sei una piccola grande icona di questa terra e delle generazioni prima di noi che hanno sofferto, lottato, lavorato tanto, creato, messo a frutto i talenti, generato pace, benessere e sviluppo, e che amavi immensamente.

Sei dentro la piccola grande storia di un movimento cattolico che proprio qui si alimenta agli ideali e agli esempi di personalità più alti e profondi, proprio tu che avevi conosciuto e stimato tanto il beato Albino Luciani, Francesco Fabbri, don Mario Gerlin, e molti altri, con salde amicizie dei tempi gloriosi dell’Azione Cattolica che hanno attraversato e riscaldato il cuore, le opere e i giorni della tua vita di bene.

Eri forte e determinato, come le tue mani esperte e robuste che per tanti anni hanno saputo orientare l’acqua e battere il ferro a fuoco, e poi sviluppare le reti del gas metano. E sei sempre stato giovane, con l’intelligenza viva di chi ha sempre voluto imparare cose nuove, studiare e formarsi, leggere e scrivere, raccontare la vita, le finestre di vita dei volti e dei luoghi della tua adorata Pieve di Soligo.

L’equilibrio, la saggezza, il coraggio e la passione hanno guidato insieme i progetti e le realizzazioni importanti del tuo cammino terreno, in cui hai amato tanto, felice e grato, genitori, fratelli e sorelle, e poi la tua famiglia, a cominciare dalla moglie Elena, con figli, nipoti e congiunti. E con loro la comunità ecclesiale e civile, dentro il tessuto vivo delle associazioni, con impegno e fedeltà, al servizio del bene comune.

Ora ti diciamo infinite grazie perché sentiamo che i valori e lo stile che hai espresso e donato hanno generato bene, stima, affetto e riconoscenza. Ovunque, sarai sempre con noi, memoria e futuro di un umanesimo cristiano di vita, gioia e bellezza. Grazie. 

Coloro che amiamo
e che abbiamo perduto
non sono più dove erano
ma sono ovunque noi siamo
– (Sant’ Agostino)

Bibliografia